Il giornalista Stefano Agresti sottolinea come col Benfica al capitano sia capitata la classica giornata no al contrario di quanto accaduto a Salerno.
Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport ha detto la sua sulla vittoria dell’Inter con Benfica. “L’Inter ha vinto come vincono le grandi d’Europa: primo tempo così così, secondo da padrona. Il Benfica – una formazione di ottimo livello, benché la classifica di Champions racconti che non ha nemmeno un punto – ha perso uno a zero, ma in quella ripresa vissuta in balia degli avversari poteva prenderne tre o quattro. I nerazzurri, quando la partita s’è complicata, hanno cambiato ritmo, scelte, atteggiamento. È così che le squadre migliori si prendono le vittorie. La dimensione dell’Inter sta diventando questa anche a livello internazionale, sull’onda lunga della finale di Istanbul: dopo il pareggio di San Sebastian il successo era indispensabile, eccolo”.
Toro… seduto
“Incredibile il secondo tempo di Lautaro: lo specchio ribaltato di quello di Salerno. Dalla magia alla maledizione in tre giorni. Là metteva in rete ogni pallone che toccava: uno, due, tre, quattro. Record. Qui non ha raccolto nemmeno un gol, benché si sia procurato cinque occasioni pulite, clamorose per segnare: traversa, palo, parata, ribattuta di Otamendi sulla linea, altra parata. Se avesse segnato quanto sabato in campionato non ci sarebbe stato da sorprendersi, invece le reti sono sfumate tutte quante: un po’ sfortuna, un po’ merito altrui, un po’ imprecisione. Tant’è, l’Inter ha vinto con la firma di Thuram e questo conta”.
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